Taranto: agguato mafioso, ucciso un bimbo di 4 anni. Masciari: “I mafiosi sono bestie”
C’è chi ancora ha il coraggio di sostenere che la mafia non uccide i bambini, che i conti li regolano tra di loro perchè sono uomini “d’onore”. C’è chi, ancora peggio, sostiene con determinazione che la mafia non esiste, che è tutta un’invenzione. Ma sono i morti a parlare. E’ stato un agghiaccante risveglio per la città di Taranto e per l’intera Italia. E’ ancora la mafia, quella che non esiste, ad imporsi sulla scena. Ieri sera sono stati crivellati a colpi di arma da fuoco un uomo vicino agli ambienti mafiosi e con precedenti penali, la sua compagna alla guida dell’auto sulla quale viaggiavano e il figlio della donna, un bambino di appena 4 anni, la cui unica colpa era stata quella di trovarsi in braccio a quell’uomo nel mirino dei killer. E i killer hanno sparato, colpendo qualsiasi cosa e chiunque si contrapponesse tra la pallottola e quell’uomo. Non hanno risparmiato quell’innocente creatura di appena 4 anni. In auto con loro altri due bambini, rimasti illesi perchè fuori dalla traiettoria delle pallottole. Un vero è proprio agguato in stile mafioso.
“I mafiosi sono degli animali – tuona Pino Masciari – sono arrabbiato, indignato. E’ ancora un piccolo innocente a pagare con la sua vita. Basta! Non si può più andare avanti così. Come è possibile sopportare tutto questo nell’indifferenza più completa? Sono dei barbari. A distanza così ravvicinata due innocenti hanno perso la vita, in Calabria, Coco’ colpevole di appartenere ad una famiglia collusa con la ‘ndrangheta e a Taranto questo piccolo bimbo di 4 anni. I killer non agiscono per caso. I loro sono piani per organizzati per cui sapevano di trovare i bambini in auto, potevano uccidere in qualsiasi momento quando i loro obiettivi sarebbe stati completamenti soli eppure hanno scelto di colpirli coinvolgendo anche dgli innocenti, per dare un segnale più forte. Non se ne può più. Non possono essere i più piccoli a dover pagare. Vogliamo delle risposte dallo Stato, rischiamo di tornare indietro agli anni peggiori in cui le cosche si combattevano a colpi di arma da fuoco in pieno giorno per le strade e nelle piazze. E dove siamo noi? Dobbiamo rifiutare tutto questo. Non possiamo rimanere attori passivi, non possiamo lasciarci incantare dall’indifferenza. Dobbiamo reagire anche noi. E la reazione deve essere forte…lo dobbiamo ai nostri figli. Oppure diventerà veramente impossibile vivere. Tocca anche a noi decidere… Ciao piccolo angelo.”
Fonte: http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/mafia_taranto_strage_morti_bambino_ucciso_commando/notizie/580064.shtml