Superati i confini d’Oltralpe, anche i francesi conoscono meglio la ‘ndrangheta, ma non è una novità!
«Nuovo confine superato, nuove opportunità per la ‘ndrangheta! Ora (ma chissà da quando, io ne parlavo già nel 2012) anche la Francia ed i francesi conoscono direttamente sulla loro pelle il malaffare ed il potere della ‘ndrangheta. Come funziona per i nuovi mercati legali, anche per quelli illegali diventano terreno fertile per proliferare ed allargare i propri tentacoli malavitosi. Che nemmeno in Francia ancora nessuno ne sapesse niente???»
‘Ndrangheta e camorra sono radicate in Francia
La ‘Ndrangheta calabrese e la Camorra napoletana hanno messo radici in Francia e continuano sempre più ad utilizzare il Sud del Paese d’Oltralpe come base per i propri latitanti. Uno dei capi della camorra, Antonio Lo Russo, è stato arrestato dai gendarmi francesi sul lungomare di Nizza, il 15 aprile 2014.
Pericoloso, da quattro anni era latitante dopo essere stato condannato a 20 anni di carcere per traffico di droga, omicidi e gioco clandestino. Dopo di lui, la polizia francese ha arrestato anche suo cugino Carlo, pure ricercato per omicidio. All’indomani, Vito Laterza, 59 anni, altro boss della mafia, è stato pizzicato dall’antimafia a Mentone. Membro della ‘Ndrangheta calabrese, sulla testa di questo pesce grosso pendeva un mandato d’arresto europeo per traffico di stupefacenti tra Olanda e Germania. Un filotto che ha portato a temere che la mafia italiana potesse aver messo radici in Francia. La conferma è arrivata dall’ultimo rapporto annuale redatto dal servizio di informazioni e analisi strategica sulla criminalità organizzata francese, creato all’interno della direzione centrale della polizia giudiziaria nel settembre del 2009. Sostiene che la mafia calabrese e napoletana si sia integrata nel tessuto economico e sociale francese e si sia impiantata nella regione delle Alpi, Provenza e Costa Azzurra, a Parigi e a Grenoble. La Mafia siciliana sembra essere più discreta, dopo l’omicidio del giudice Falcone nel 1992. I boss italiani adottano un basso profilo e evitano la guerra tra bande per spartirsi il traffico di droga dove sono particolarmente attivi sia la ‘Ndrangheta che la Camorra e il 25% degli italiani incarcerati in Francia lo è per questo motivo.
Il rapporto conferma l’esistenza di un’emergenza legata alla presenza di una seconda generazione di criminali calabresi e napoletani impiantati in Francia che riproduce lo schema criminoso proprio delle regioni di origine. E queste mafie stanno realizzando legami con la criminalità francese, marsigliese in particolare, per sviluppare il traffico di droga. In Francia le mafie non cercano di capeggiare tutta la catena, ma delegano ai locali. Alfredo Leonardi, presunto camorrista è stato bloccato all’aeroporto di Mulhouse con 52 chilogrammi di cocaina proveniente dalla Repubblica dominicana. Successivamente tra Nizza e Antibes dei calabresi sono stati beccati mentre trasportavano 39 chilogrammi di cocaina purissima. Non solo droga: gli affari di ‘Ndrangheta e Camorra in Francia si sviluppano anche nei settori immobiliare, della contraffazione, corruzione, ristorazione. Attualmente i gruppi mafiosi investono cifre folli in Francia, in particolare nel gioco d’azzardo e nelle scommesse sportive.
fonte: italiaoggi.it