MANOVRA ECONOMICA 2016 – 27 MILIARDI DI EURO, CI SARANNO I FONDI?
Ieri è stata presentata nel dettaglio la nuova manovra economica del Governo. 27 i miliardi da investire con qualche sorpresa tra le quali la chiusura di Equitalia e 2 miliardi di euro destinati alla sanità, a differenza di quanto avevamo indicato ieri (taglio di 1 miliardo). Letta nei dettagli la manovra sembra toccare in positivo buona parte dei settori più tartassati in questi ultimi anni anche se mancano ancora diversi punti importanti, ma la questione è un’altra, da dove reperirà tutti questi fondi il nostro Governo vista l’attuale situazione economica in cui versa il nostro paese?
La Manovra sale a 27 miliardi. Chiude Equitalia, 7 miliardi alle pensioni e 2 in più alla Sanità
Via libera dal Cdm, insieme al decreto che chiude Equitalia: “Porterà 4 miliardi, non si pagheranno interessi e more smisurati”. Nasce l’Iri per gli artigiani, aliquota piatta al 24%. Il canone Rai scenderà a 90 euro. Contratti Pa, i sindacati sul piede di guerra: “Poche risorse”. Confermata la stima di crescita al +1% per il 2017, il deficit/Pil al 2,3%
Crescita dei fondi per la Sanità a quota 113 miliardi, sette miliardi per il pacchetto pensionistico, chiusura di Equitalia, canone Rai giù a 90 euro e risorse “avanzate” e girate al Fondo di garanzia per le Pmi. E’ durato un’ora il Consiglio dei Ministri che ha licenziato la legge di Bilancio per il 2017, salita di un paio di miliardi di valore rispetto alla vigilia a quota 27. Uno snodo decisivo per definire le misure economiche del prossimo anno e determinare i parametri dei conti pubblici, che dovranno passare sotto la lente di Bruxelles per l’approvazione dell’Unione europea.
Il premier Matteo Renzi ha specificato in conferenza stampa che il governo ha dato il via libera anche al decreto legge che riguarda l’abolizione di Equitalia e coniato #passodopopasso per ripercorrere le tappe che hanno portato alla “quarta Manovra che presentiamo” (contando tre finanziarie e il provvedimento per gli 80 euro).
Tornando all’uso delle slide, il premier ha fatto riferimento per primo al pacchetto “competitività” che riguarda “20 miliardi di fondi nei prossimi anni” e “va di pari passo con l’equità”. I cardini sono il piano Industria 4.0 e il superammortamento per chi investe in macchinari e beni strumentali (140%), che sale al 200% per chi investe in tecnologie. “Diciamo agli imprenditori: noi vi diamo gli incentivi, ora tocca a voi mettere i soldi nel Paese”, ha incalzato Renzi.
Novità di giornata è il testo sulla chiusura di Equitalia (“che è arrivata ad essere vessatoria per i cittadini”), più volte accarezzata in passato: “Chi deve pagare, pagherà”, ha spiegato Renzi, “ma non ci saranno più gli interessi e le more spropositate che caratterizzavano il vecchio modello”. Nello stesso decreto legge il governo ha poi ripartito i Fondi a disposizione della Presidenza del consiglio a favore delle “Pmi che non riescono ad avere accesso al credito”: a disposizione c’è dunque 1 miliardo sul Fondo di garanzia dedicato alle Piccole e medie imprese.
E’ stato per primo il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ad annunciare che ilFondo per la Sanità avrà 2 miliardi in più e, come ha confermato la collega Lorenzin, verrà portato a 113 miliardi (112 miliardi più 1 per assunzioni e vaccini), scongiurando tagli paventati alla vigilia.
Per quanto riguarda le tasse, di nuovo il premier ha ricordato che l’Iresscende al 24% (dal 27,5% precedente), mentre per i contribuenti quali piccoli negozianti e artigiani c’è la possibilità di accedere ad una tassazione (Iri) al 24%, in sostituzione della tradizionale Irpef con le aliquote che arrivano fino al 43%. Confrmato poi l’azzeramento dell’Irpef agricola, con un taglio di 1,3 miliardi in due anni considerando anche la cancellazione di Irap e Imu sui terreni.
Sul versante pensionistico, lo stanziamento annunciato è di 7 miliardi sul triennio (1,9 miliardi per il 2017, erano attesi 6 miliardi in tutto) e portano a confermare l’intervento sulla quattordicesima per le pensioni basse e all’ormai celebre Ape, l’anticipo pensionistico: “Andare in pensione un anno prima significa rinunciare a poco meno del 5% del proprio stipendio”, ha sintetizzato il premier. Come spiegato nei giorni scorsi ai sindacati, l’Ape prevede infatti – nella versione volontaria – una rata di rimborso del 4,5-5% per ogni anno di anticipo dell’uscita dal lavoro e sarà possibile a partire da 63 anni d’età. Per accedere all’Ape agevolata bisognerà avere almeno 30 anni di contributi se disoccupati e 35 se si è lavoratori attivi.
In campo sociale, per il contrasto alla povertà sono attesi 500 milioni in più dai risparmi istituzionali, cui si affianca un pacchetto da 600 milioni per lafamiglia. Per Casa Italia e la messa in sicurezza post-sismica si confermano 4,5 miliardi di stanziamenti nei prossimi anni. Confermate le proroghe delle detrazioni per i lavori di ristrutturazione (estese ai condomini e agli alberghi) e degli ecobonus; con 3 miliardi di interventi, per gli investimenti pubblici le slide del governo indicano una crescita di 12 miliardi in tre anni (2, 4 e 6 miliardi tra 2017 e 2019).
Nel pubblico impiego, si prevedono 1,9 miliardi per rinnovo dei contratti e il comparto di Polizia e Forze armate. I sindacati sono già sul piede di guerra e annunciano la mobilitazione: “Basta prendere in giro i lavoratori Pubblici. Nella legge di Stabilità le risorse per i rinnovi sono del tutto insufficienti. Daremo battaglia per un contratto vero e innovativo”.
Per i sindaci che accolgono verrà “riconosciuto un contributo specifico permigrante che permetterà di dimostrare che lo Stato è riconoscente a quelle comunità: 500 euro a migrante, una tantum”. Dopo aver annunciato 3 miliardi per gli enti territoriali, il premier ha aggiunto che “l’anno prossimo il Canone Rai scenderà da 100 a 90 euro”.
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Renzi è poi passato ad elencare le voci di copertura, rilevanti se non altro perché servono oltre 15 miliardi solo per disinnescare le clausole di salvaguardia ereditate dal passato. Ha spiegato che la spending review vale 3,3 miliardi di euro e “si tratta di tagli su beni e servizi”. Previsti 1,2 miliardi di risparmi nella Sanità grazie agli acquisti della centrale unica (la Consip). Citati poi i 2 miliardi attesi dalla nuova voluntary disclosure e 4 miliardi dalla chiusura di Equitalia, in particolare dalla proposta di nuove forme di adesione a nuove “rottamazioni”, piani di rientro del debito per i cittadini esposti.
Sulla Manovra pende la spada di Damocle della trattativa con laCommissione europea per ricevere un ulteriore spazio di deficit/Pil: nella recente nota d’aggiornamento del Documento di economia e finanza, il governo ha scritto un obiettivo del 2% per il 2017, ma ha chiesto e ottenuto dal Parlamento il mandato per spingersi fino al 2,4%. Alla fine, nella legge di Bilancio ha messo nero su bianco il 2,3%. “Invieremo il Progetto di bilancio alla Commissione la prossima settimana, ma abbiamo cercato di vedere i problemi prima piuttosto che dopo”, ha spiegato Padoan.
A scaldare le giornate di vigilia c’è poi stata la contrapposizione con l’Upb, l’Autorità sui conti pubblici, che ha criticato la stima di una crescita dell’1% per il prossimo anno, che il governo invece ritiene di poter raggiungere alla luce dei provvedimenti che introdurrà con la stessa Finanziaria. La posizione del governo è stata confermata nella Manovra, ma Renzi ha rimarcato: “Siamo convinti che sarà superiore”.