È il Piemonte la terza roccaforte della ’ndrangheta – Blog degli Amici di Pino Masciari

È il Piemonte la terza roccaforte della ’ndrangheta

Commenti

  1. Ettore Ferrero... ha detto:

    Anche perchè, riferita all’ultima parte del tracciato giornalistico, nei luoghi più piccoli si mascherano anche molto bene i voti, che legittimano una determinata preferenza.Con pochi voti, dati dagli ‘ndranghetisti, faccio eleggere chi ho voluto, accaparrandomi i lavori di appaltatura e subappaltatura, nonchè di movimento terra di cui la ‘ndrangheta ha bisogno.
    E per far ciò, la ‘ndrangheta, non disdegna,prima di ogni elezione,far concedere la residenza in quel determinato luogo a loro concittadini, che provengono dalla Regione madre,la Calabria, da cui dipendono,come ha dimostrato l’Operazione ” Il Crimine” della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.

    1. Ettore Ferrero... ha detto:

      In relazione al problema dell’acquisizione delle “commesse”, che vengono concesse sarebbe propenso far intervenire la Confindustria della Regione Piemonte, perchè è evidente che, sarebbe quantomeno compito dei Prefetti delle varie Province regionale, non vi è un reale e serissimo controllo sulla definizione degli appalti.
      Viene così messa in serissima discussione,nella già più che temuta crisi economica,la consistenza dell’economia sana sulla quale dipendono le forniture, i prezzi di mercato, le assunzioni,ecc.,ecc.
      Non manca certo,un certo rimbrotto nei confronti delle alte cariche istituzionali,che devono gestire la Regione Piemonte con il suo capoluogo,Torino, e le Province di Regione, ove le indagini e le verifiche incrociate sono il deterrente ed il contenimento nei confronti di un’organizzazione criminale di stampo mafioso, la ‘ndrangheta,che imperversa “indisturbata”, ma che invece, il procedimento “Minotauro” ha evidenziato come colonizzatrice delle Regioni del Nord Italia.
      Ritengo,a mio avviso,e di plausibile giudizio, che il compito di un Comandante Regionale dei Carabinieri e/o della Guardia di Finanza, debba essere quanto prima orientato su questo versante.Ci deve essere,pertanto,un’organizzazione corale di tutti,perchè non si possono lasciare delle Regioni in balia di codeste organizzazioni, dopo un esame così specifico ed attento redatto dalla Procura – e/o Direzione – Nazionale Antimafia.

      1. Ettore Ferrero... ha detto:

        Anche perchè ritengo, che le operazioni investigative, che vengono consegnate al vaglio della Magistratura, devono avere una valenza con prove acquisite di un certo spessore.
        Dopodichè, le stesse verrano ampliate, maggiorate e coordinate con la Magistratura.
        Mi preme,dunque,sottolineare un altro aspetto prettamente logistico e territoriale.Se nell’Ottobre del 1973,il Generale di Brigata dei Carabinieri,Carlo Alberto Dalla Chiesa, Comandante della 1°Brigata dipendente delle Regioni Valle d’Aosta,Piemonte e Liguria,ha introdotto in seno all’Arma dei Carabinieri risultati di portata storica,come può e come dovrebbe, il neo Comandante di oggi, generale di Brigata,Pasquale Lavacca,la cui dipendenza alle Regioni, esclude già a priori la Regione Liguria,perchè sotto il Comando di altro Ufficiale Generale,attivarsi attraverso i propri Comandi Provinciali – ben 8 solo in Piemonte – per avere possesso del proprio territorio,ed essere in grado di organizzare e pianificare, una o separatamente più ,operazioni antimafia rivolte all’organizzazione criminale della ‘ndrangheta.
        Grazie…-