Interpellanza parlamentare On.Di Pietro – Blog degli Amici di Pino Masciari

Interpellanza parlamentare On.Di Pietro

Commenti

  1. Diego ha detto:

    forza pino!

    quanta fatica per riaffermare continuamente il valore della legalità, della libertà e, soprattutto, della verità

    noi ti siamo sempre vicini in questa battaglia, con ogni azione quotidiana

    Diego (Casa ACMOS)

  2. Pino Amoruso ha detto:

    Finalmente qualcuno si muove…

    Intanto da sabato firmiamo contro il lodo Alfano 😉

  3. Arturo Francesco ha detto:

    Lunedì pomeriggio ho incontrato Pino Masciari…
    Li ho visti uscire da un cancellata. Lo riconosco in mezzo al gruppo dei ragazzi che gli stanno intorno. Rallento per cercare dove posteggiare l’auto. Ma rallento soprattutto perchè li voglio osservare un poco. Camminano sul marciapiedi di una strada qualunque di Torino: il più importante testimone di Giustizia che abbiamo in Italia e i suoi amici. Lui è Giuseppe Masciari, detto Pino, e loro sono i suoi amici. Sono i suoi amici che adesso si preoccupano di “accompagnarlo” durante gli incontri che Pino ha con scuole e assemblee pubbliche in giro per l’Italia, da quando hanno deciso che Pino Masciari, colui che ha fatto condannare malavitosi , politici e uomini delle istituzioni collusi, può muoversi “in autonomia”…. Che vuol dire semplicemente: “senza scorta”, come se la scorta delle forze dell’ordine potesse costituire un “impaccio”…
    Li guardo ancora : Pino cammina con la testa bassa, sembra un poco stanco ma non pare preoccupato, mentre accanto a lui una bella ragazza sorride mostrandogli qualcosa della via…Saluto una delle ragazze del gruppo…
    Non ho mai incontrato Pino Masciari e mi chiedo che impressione mi farà parlargli…Lo troverò simpatico? Le domande stupide e banali che vengono in mente quando incontriamo, per la prima volta, qualcuno di cui sino ad allora abbiamo solo sentito parlare o che abbiamo visto solo attraverso lo schermo di un pc .
    E finalmente eccoci di fronte: ” Lui è Arturo Francesco…” dice la ragazza presentandomi a Pino…” Sono quello di Vibo…” aggiungo io stringendogli la mano. Il viso lo conoscevo, ma la sensazione di avere di fronte un uomo “pulito e vero” è la cosa che mi colpisce immediatamente…Chiacchieriamo un poco camminando vicini: parliamo di lui, della sua vita, dell’incontro che ha avuto in mattinata con i ragazzi di una istituto torinese, della Calabria…in pochi minuti ne ho la certezza: mi piace!…adesso capisco perchè mi dicevano quanto è importante che Pino possa parlare e rivolgersi direttamente alle persone, soprattutto ai giovani.
    Più tardi, insieme ai ragazzi venuti ad incontrarlo, rimango anch’io ad ascoltare la sua storia, la storia di un imprenditore calabrese che decide di denunciare chi cercava di ricattarlo.
    Quando mi chiede che cosa penso di quello che ha raccontato gli dico -banalmente- che ascoltandolo ho pensato a quanto potrebbe essere bella la terra dove sono nato, la Calabria se ci fossero più persone simili a lui… “la Mafia , la ‘ndrangheta invece distruggono la bellezza della nostra vita: dove ci sono loro non c’è Bellezza…”.
    Mi era venuta in mente la scena del film I Cento Passi , quando Peppino Impastato parla della Bellezza… E’ vero: distruggendo la Bellezza della mia terra hanno fatto sì che fosse accettabile e accettato costruire cose e case orrende lungo le coste fra le più belle di questo paese; distruggendo il sentimento della Bellezza hanno permesso che fosse accettabile e accettato morire per incapacità manifesta dei medici, in ospedali che sembrano piuttosto “lager”. …distruggendo la Bellezza hanno fatto sì che le persone si riducessero a “greggi di pecore”, da far pascolare o da portare al macello, a seconda del volere del padrone..Distruggendo il sentimento della Bellezza hanno fatto sì che fosse accettato e accettabile che uomini onesti e puliti come Pino Masciari debbano scappare , sentire in pericolo loro e i loro cari, avendo come sola “colpa” quella di essere onesti, di aver scelto la Legalità in un Paese dove quel valore viene calpestato quotidianamente proprio da chi invece sarebbe chiamato a garantirlo e a proteggerlo
    E’ lunga la strada da fare per provare a cambiare qualcosa. Ma, come dice Pino ai ragazzi che gli stanno seduti intorno, possiamo cominciare a partire dalle piccole azioni e dai comportamenti della vita di tutti i giorni.
    E allora mi viene di nuovo in mente che occorrerebbe davvero riprendersi il sentimento della “Bellezza”: la “bellezza” di avere un luogo pulito dove vivere; la “bellezza” di svolgere bene un lavoro, qualunque esso sia e che si conquista senza essere “raccomandato”; la “bellezza” di saper sceglier un buon libro da leggere; la “bellezza” di parlare ed esprimere idee e pensieri liberamente; la “bellezza” di avere un comportamento sobrio e corretto; la “bellezza” di non avere “padroni-padrini”…la bellezza di ascoltare qualcuno che ti invita ad essere onesto e corretto, sapendo che onesto e corretto è stato Lui per primo e più di tanti altri…la “bellezza” di saper riconoscere e difendere la “Bellezza” nella vita.
    Quel pomeriggio di ottobre ho conosciuto Pino Masciari …
    Caro Pino, ti saluto e ti ringrazio…Con affetto e stima …e cari saluti a Marisa e ai bimbi …. A presto! Arturo Francesco

  4. elisa ha detto:

    Ciao Pino, Marisa, Ottavia, Francesco! Come state?? Continuiamo ad andare avanti insieme a voi! Le cittadinanze onorarie, anche se a volte rimandate nella loro assegnazione, continuano ad arrivare.. so che siete stanche, ma pian piano ce la faremo anche con la conquista della normalità x Voi!

  5. Andrea Masciari Sacco ha detto:

    siamo tutti in collegamento attenti e pronti (Capano Pelino Binetti …ora Baldelli). Manca più poco!

  6. federica d. ha detto:

    Ciao a tutti,
    in questo momento stiamo ascoltando il botta e risposta tra Di Pietro e Mantovano sull’interrogazione parlamentare…interessante, veramente interessante…intanto siamo in tre ad accompagnare Pino ad un convegno su Giustizia e Legalità perché a Pino è stata negata la scorta dallo stato.
    Devo aggiungere altro???
    Di sicurezza proprio non se ne parla, Pino non può lavorare senza sicurezza, Marisa non può lavorare senza sicurezza.
    NON POSSONO LAVORARE SENZA SICUREZZA!!!
    Federica Daga Masciari

  7. Rosa ha detto:

    Ciao a tutti! Mi è piaciuto molto quanto scritto da Arturo Francesco! Sono contenta di non essere l’unica a pensare che anche trovare un lavoro senza raccomandazioni può essere un modo per contribuire ad un ritorno alla legalità! Molte persone che mi circondano dicono che nemmeno trovare un buon lavoro senza raccomandazione è possibile, ma io non ci credo e continuo ad andare avanti per questa strada! Sarà poco, ma se tutti facessero almeno questo sarebbe già un risultato!

    Spero un giorno di conoscere il signor Masciari e altre persone con il suo coraggio!

    Intanto in bocca al lupo alla famiglia Masciari e ai loro amici!

  8. Andrea Masciari Sacco ha detto:

    Fede e amici insieme a Pino: attenti, anche se il buon Pino non permetterà mai vi succeda qualcosa. Attenzione che sarebbe bello vedere con la stessa passione dallo Stato. Stato?…Pronto?…Ancora problemi con il telefono?…ma non ci sono più cabine telefoniche? Provate lì!

    Cmq con tutto, restiamo tutti in ansia fintanto che non rientrerete ognuno nella sua città. Un abbraccio e fateci avere notizie con regolarità.

  9. marta ha detto:

    Carissimo Pino,
    mi auguro che le richiesti dell’On.Di Pietro verranno accolte al più presto perchè spero sinceramente, seppure non ci conosciamo bene, che tu e la tua famiglia possiate ritornare alla normalità. Mi è piaciuto che Di Pietro abbia parlato di voi testimoni di giustizia, di te che lotti e di Rita Atria e Domenico Noviello che hanno lottato prima: è giusto che qualcuno dia voce anche a quei testimoni di giustizia che una voce non ce l’hanno più.
    Io nel frattempo continuo a sperare al vostro fianco perchè considero te, Marisa, Ottavia e Franceco dei grandi uomini che necessitano di grande solidarietà!
    Con affetto

  10. salvatore ha detto:

    Forza Pino! mi unisco al coro di stima e di affetto che susciti in tutti coloro che ti hanno conosciuto. Io e tutti i ragazzi del MeetUp di Empoli ti siamo vicini.
    Speriamo di riuscire a convincere gli amministratori empolesi della tua cittadinanza onoraria, noi ci proviamo sempre e comunque. Un saluto da Empoli
    Salvate

  11. Aldo e Cate ha detto:

    Dopo le parole, speriamo che presto, è già tardi, si passi ai fatti!
    Per Pino, con Pino, per la legalità

    Aldo e Cate
    Creazzo (VI)

  12. Guido di Gennaro ha detto:

    Ciao Pino,
    qualche giorno fa a Roma, nelle poche ore che abbiamo trascorso insieme, mi hai trasmesso la rabbia che giustamente hai per la situazione che ti riguarda. Ho letto con attenzione le parole dell’On. Di Pietro e la risposta: il tutto fa ben sperare. Te l’avevo detto che le cose sarebbero andate meglio, te lo ripeto ora, sono convinto che, anche se lentamente, la situazione migliorerà per i testimoni di giustizia e per te. Abbraccia Marisa ed i bimbi. Guido.

  13. Enzo ha detto:

    credo valga la pena leggere le parole di Piera Aiello in commento all’interpellanza di venerdì, tratte dal sito http://www.ritaatria.it

    Risposta di Piera Aiello alla fumosa risposta dell’on. Mantovano all’interpellanza parlamentare n. 2-00162 dell’on. Di Pietro

    11 ottobre 2008
    Come al solito l’on. Mantovano non si sottrae al vizio delle verità fumose. Parliamo nello specifico della risposta data all’interpellanza parlamentare urgente n. 2-00162 dell’on. Di Pietro circa la situazione dei Testimoni di Giustizia in cui sciorina elenchi di cose che spettano ai Testimoni ma dimentica di dire che quei diritti sono tali solo sulla carta. L’on. Mantovano dimentica di dare delle risposte a quella relazione della scorsa Commissione antimafia in cui venivano denunciate tutte le inadempienze dell’ufficio anche negli anni da lui presieduto.

    Probabilmente i Testimoni non sono tutti uguali e di certo per l’on. Mantovano persone come Piera Aiello, Pino Masciari, Ulisse, Antonio Candela, Francesca Inga etc. sono Testimoni poco inclini ad accettare i diritti come favori.

    Ma andiamo per gradi… e soprattutto diamo la parola a chi è in grado di smentire tutti i bei propositi raccontati dall’on. Mantovano. Perché in Italia lo sappiamo tutti esistono le leggi a tutela ma c’è chi le calpesta regolarmente sentendosi autorizzato da un potere supremo che non si capisce da chi gli sia mai stato conferito.

    La parola a Piera Aiello:
    On. Mantovano, innanzitutto desidero informarla che non siamo per niente “ben lontani” da quando c’era l’Alto Commissariato, perché siamo certi che Rita Atria si sarebbe uccisa anche oggi. Non è cambiato il trattamento umano (siamo sempre oggetti da “gestire”, se lo ricorda il nostro non certo sereno colloquio in Commissione? Se lo ricorda? Cercai di spiegarle le nostre difficoltà e lei mi rispose che la Commissione non era un centro di ascolto. Se lo ricorda di quando le chiesi con che metro di valutazione venissero liquidati i Testimoni e le dissi che ero disposta a portarle degli esempi concreti di Testimoni liquidati dal suo ufficio con benefici che mai la sottoscritta ha avuto il piacere di godere? Si ricorda la sua risposta? Purtroppo non la posso scrivere perché non l’avete verbalizzata e non ho le prove anche se ho i testimoni (per esempio il mio avvocato).

    Le risponderò per gradi.

    Lei dice per esempio: “Segnalo che i testimoni di giustizia hanno accesso a mutui agevolati senza dover prestare garanzie, in virtù di una convenzione stipulata con un importante istituto bancario e questo non accade per i collaboratori. Hanno facoltà di chiedere allo Stato l’acquisizione, a prezzi di mercato, dei beni che lasciano nella località di origine se si sono trasferiti, e anche questo non accade per i collaboratori”

    Di questa legge io ne ho usufruito in parte, cioè avete predisposto la concessione del mutuo ma al momento non avete ancora trovato (per difficoltà a me sconosciute) le modalità per erogarmelo (cioè fumo).

    E dice anche: “Dall’approvazione della legge 13 febbraio 2001, n. 45 si è molto lavorato sul terreno del reinserimento socio – lavorativo del testimone, nella consapevolezza che esso non può prescindere, così come prescrive la legge, dal tenore di vita e dal tipo di attività che ha preceduto l’ingresso nel programma di protezione.

    Il discorso è relativamente più agevole quando il testimone, in precedenza, aveva svolto un lavoro autonomo, per esempio aveva gestito un esercizio commerciale o aveva condotto una azienda, mentre presenta aspetti più problematici nelle ipotesi in cui l’attività antecedente alla deposizione era alle dipendenze dei privati, ma anche da questo punto di vista si è lavorato per reinserire chi aveva questa condizione pregressa. La trattazione dei singoli casi riguardanti i testimoni è avvenuta e avviene col coinvolgimento attivo degli stessi interessati ai quali è chiarito, nel corso delle audizioni svolte in commissione, che non devono in alcun modo in sentirsi controparte rispetto allo Stato, bensì protagonisti delle scelte relative al proprio futuro, contribuendo in modo propositivo alla formazione delle decisioni che li riguardano. Le audizioni, peraltro, permettono alla commissione di avere l’esatta cognizione della condizione dei testimoni di giustizia e quindi di poter adottare i provvedimenti ritenuti più aderenti alla soluzione dei problemi rappresentati.

    Sui testimoni giochiamo una partita difficile: quella della credibilità delle istituzioni nella lotta la criminalità. La garanzia di un adeguato futuro ai testimoni e alle loro famiglie è in grado di incoraggiare altri a non avere remore nel riferire quanto è a propria conoscenza alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria. Obiettivo primario, peraltro, è consentire il più possibile, se ovviamente il testimone lo desidera o lo chiede, la permanenza nel luogo di origine attraverso adeguate misure delle quali, in ogni caso, va sempre verificata la possibilità”

    Da queste sue frasi ho capito che io non sono una Testimone perché di tutte le belle cose da lei scritte io, mia figlia e la mia famiglia (mio padre non lavora più da quando io ho testimoniato) non ne abbiamo vista nemmeno l’ombra. E’ vero, lei ha cercato di coinvolgermi ma il mio ruolo è sempre stato passivo: lei decideva ed io dovevo dire sì. Scusi ma io ho un’altra idea di “partecipazione” e di democrazia.

    Insomma, onorevole Mantovano, lei può raccontare tutto quello che vuole nelle risposte alle interpellanze ma le propongo di dire le stesse cose in un dibattito parlamentare in cui invitate i Testimoni di Giustizia che si sentono calpestati, offesi e annullati dalla vostra arroganza e incompetenza. Io sono disponibile al confronto sia pubblico che nelle sedi istituzionali.

    Dal mese di agosto aspetto di essere convocata in Commissione per parlare della mia vita. Io non esisto come Piera Aiello per voi e per lei. Mi dice che non esisto ma mi notifica le comunicazioni con le mie vecchie generalità (l’ultimo documento che mi è pervenuto sull’argomento è lo stralcio del verbale di riunione del 10 settembre 2008 – Ministero degli Interni). Da anni sto aspettando che la mia casa venga acquistata come recita la legge e voi mi avete offerto una cifra che umilia i sacrifici miei e di tutta la mia famiglia. In tutti questi anni nessuno di voi si è mai chiesto come ho fatto a sopravvivere. Ho mantenuto mia figlia agli studi e ho cercato di parlarle del senso dello stato nonostante lei stesse subendo sulla propria pelle i soprusi del potere.

    Io non attenderò a lungo la convocazione, 17 anni sono troppi, io non mi sono uccisa perché accanto a me ho avuto i SICILIANI e gli ITALIANI VERI. Ma io mi sono salvata perché Rita si è uccisa e quella morte deve pesare sulla coscienza di tutti coloro che si definiscono per me impropriamente “Stato”.
    Finisco dicendole che non riuscirete a far morire Piera Aiello perché la storia e la vita delle persone non si eliminano con un atto amministrativo. Lei una volta sosteneva che i Testimoni devono andare nelle scuole… devo desumere che parlava solo di quei Testimoni che lei ritiene “opportuno” vadano. Io andrò ancora nelle scuole e niente e nessuno potrà fermare la mia voglia di gridare che sono Piera Aiello, nata a Partanna e soprattutto DONNA LIBERA.
    tratto da: http://www.ritaatria.it

  14. Arturo Francesco ha detto:

    Ho seguito anch’io in video ( ..’sta tecnologia!) una parte dell’interrogazione parlamentare presentata da Antonio Di Pietro sui testimoni di Giustizia. Non ho potuto ascoltare sino in fondo la replica del sottosegretario Mantovano, l’uomo di governo chiamato a rispondere alle parole di Di Pietro, ma ho avvertito immediatamente una strana sensazione. Mi pareva che ci fosse come uno scollamento, assoluto e drammatico, fra la realtà vissuta -e patita- dalle persone cui Di Pietro faceva cenno nel suo intervento e “l’uomo di governo” che incarnava e rappresentava le Istituzioni. Pareva quasi che quelle Istituzioni avessero poco a che fare con i drammi che si celano dietro a nomi quali Rita Atria e Domenico Noviello, uccisi entrambi dalle mafie ma, come emergeva dal racconto di Di Pietro, ancor prima forse “dimenticati” da quelle Istituzioni a cui si erano rivolti per denunciare e far condannare gli uomini della criminalità. Sembrava che quelle istituzioni avessero poco a che fare col dramma di Pino Masciari, Testimone di Giustizia che ha denunciato e fatto condannare criminali e uomini delle istituzioni collusi con quelli.
    Davvero non si avvertivano quei drammi nella voce dell’uomo delle Istituzioni. Pareva così inquietante anche il titolo del libro che Antonio Mantovano ha scritto qualche anno fa, proprio su quella particolare “categoria umana” che sono i Testimoni di Giustizia. Il titolo è ” Testimoni a perdere”…Viene quasi spontaneo e involonario (?) il collegamento ad una altra immagine lessicale: “vuoti a perdere”, si indicano in questo modo gli oggetti-contenitori di cui ci si può disfare una volta che questi hanno assolto alla loro funzione. Contenitori di bevande, latte o birra questi, contenitori di denunce gli altri. Comunque “… a perdere”!
    Mi veniva alla mente l’immagine di quei due mondi divisi da un baratro: da un lato le storie degli uomini e delle donne di cui parla Di Pietro, uomini e donne che hanno perso la vita o che quella vita hanno messo in gioco per servire la Legalità; dall’altro lato il mondo dell’uomo delle istituzioni, che snocciola date e dati, mutui concessi a tasso agevolato, prestazioni Inps, corsi e ricorsi al Tar. Sembrava che un vento gelido accompagnasse quelle parole, pronunciate senza emozione, quasi senza vita…sembrava come se un “comitato d’affari” che, per pura “ipotesi filosofica”, fosse chiamato a “gestire” una parodia di Democrazia non riuscisse a celare il poco tempo e la ancor più poca voglia di dedicare attenzioni ed emozioni a chi di quel comitato non faccia parte.
    Nel Parlamento italiano siedono personaggi già condannati in qualcuno degli infiniti gradi della “Giustizia” italiana e che per questo, come ricorda spesso Antonio Di Pietro, non potrebbero partecipare neppure ad una assemblea condominiale, ma in compenso possono sedere in Parlamento e partecipare “alla guida” di una nazione. E pochi si scandalizzano e si indignano per questo! E allora perchè stupirci dello “stato delle cose”? Perchè stupirci che uomini come Pino Masciari siano lasciati senza un servizio di protezione adeguato, loro e le loro famiglie? Perchè stupirci che questi uomini e queste donne, penso a quanto scrive Piera Aiello nella sua lettera in replica all’uomo delle istituzioni, siano tenuti “da parte”, come uomini e donne “a perdere” quando invece dovrebbero essere, loro sì, il riferimento e l’esempio da indicare e lodare?
    Noi non siamo la maggioranza, lo sappiamo bene, ma ci indigniamo e ci scandalizziamo, ancora e sempre, davanti a fatti che gettano ombra sulla dignità di una nazione.
    Un caro saluto a Pino , a Marisa e ai bimbi.. e anche alla signora Aiello e a tutti i Testimoni di Giustizia, che non saranno mai uomini e donne “…a perdere”. Arturo Francesco