Parole e strette di mano, è così che vogliamo combattere la ‘ndrangheta?
Non bisogna aver paura di parlare chiaramente ed apertamente, anche facendo nomi e cognomi, invece che girare attorno al problema per non “urtare” la suscettibilità dell’interlocutore. C’è maggiore necessità di effettuare incontri pubblici per sensibilizzare l’opinione pubblica, parlare con gli imprenditori più che con i politici che il più delle volte, e le cronache ce lo dimostrano, si sono “disinteressati” della questione per più biechi interessi politici. La situazione va’ peggiorando giorno dopo giorno, il nord (ma non solo) è sempre più “invaso” da questo cancro sociale e sembra che ben poco si stia facendo. Si parla, si fanno relazioni annuali, incontri tra procure e politici, azioni che sembrano effettuate più per un dovere di facciata che per dare un vero contributo alla lotta alle mafie. Non ci sono più i morti ammazzati, attentati, ma aziende distrutte, migliaia di imprese sotto tiro o colluse o ancor peggio già in mano alla ‘ndrangheta, i suoi tentacoli sono ovunque. E’ un silenzio che fa’ rabbrividire, parlarne è giusto e commemorare lo è altrettanto, ma non è parlando e ricordando che si combatteranno le mafie!