Disoccupati record: sono 2,8 milioni. Masciari: “Bomba sociale pronta ad esplodere”
“Ecco la vera e unica crescita alla quale stiamo assistendo: il numero, grottesco, dei disoccupati.
Fermiamoci un attimo e pensiamo bene, ragioniamo su questo numero.
Due milioni e ottocentomila donne e uomini che non hanno occupazione.
Questa non può essere una cifra sterile, un tasso numerico, una statistica: questo è un Paese morto. Perchè questo numero assurdo, (duemilioniottocentomila) è la cifra di una bomba sociale che prima o poi esploderà, e qundo lo farà lo farà con fragore e con una violenza che io non riesco nemmeno ad immaginare.
Meditino molto bene i nostri politici, e si adoperino per far sì che la tanto agognata e decantata crescita non riguardi solo le cifre in negativo. Perchè non c’è più tempo”
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Fonte: La Stampa – Cresce a giugno il numero dei disoccupati a 2 milioni 792 mila, il 2,7% in più di maggio (73 mila unità), a un livello da massimo storico. L’aumento riguarda sia gli uomini sia le donne. Su base annua la crescita è pari al 37,5% (761 mila unità). Lo rileva l’Istat. Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a maggio e di 2,7 sull’anno precedente. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari a giugno al 34,3%, in calo di un punto percentuale su maggio. I giovani disoccupati rappresentano il 10,1% della popolazione di questa fascia di età. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-52 mila unità) sul mese precedente.
Il tasso di inattività è al 36,1%, con una flessione di 0,1 punti congiunturali e di 1,8 punti su base annua. Risulta quasi invariato il numero degli occupati rispetto allo scorso anno. A giugno, certifica l’Istat, erano 22.970.000, appena 11 mila in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso e lo 0,1% in meno rispetto a maggio (-29 mila unità). Il tasso di occupazione è a 56,9%, in diminuzione nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e stabile in termini tendenziali. «Il provvedimento sul lavoro, con l’annessa diminuzione delle coperture sugli ammortizzatori, combinato con l’allungamento dell’età pensionabile deciso dalla riforma Fornero ha determinato un corto circuito nelle dinamiche del mercato del lavoro» commenta il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino.
«L’urgenza nell’adozione di un piano straordinario per il lavoro» è sottolineata dal segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini: «Se non si ridistribuira’ il carico fiscale a tutela dei redditi più bassi e delle famiglie e non si attueranno politiche di rilancio degli investimenti davvero necessari per il Paese – spiega – rischiamo di alimentare una spirale recessiva che avrà nuovi, pesanti effetti sul mercato del lavoro. Occorre invece rilanciare, attraverso la coesione e il dialogo sociale, politiche di sviluppo per il sistema delle imprese oltre che di sostegno alla persona nel mercato del lavoro». «Il record storico segnalato oggi dall’Istat testimonia quanto sia diventato drammaticamente difficile, se non impossibile, trovare un’occupazione nel nostro Paese», dice il segretario confederale dell’Ugl, Paolo Varesi. Per il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, «più disoccupati, meno occupati, più lavoro non stabile: senza crescita si va verso il baratro».