Bankitalia, Italia in recessione anche in 2013. Masciari: “Declino inarrestabile..”
“Non è nemmeno lento il declino a cui stiamo assistendo: una crisi che da finanziaria è diventata presto strutturale, partita dagli Stati Uniti ed approdata in Europa.
Ebbene, nonostante tutti i dati incontrovertibili che illuminano a giorno uno stato di cose ovvio a tutti, i governanti europei indicono vertici su vertici, parlano per giorni interi e non trovano una soluzione condivisa che sia in grado di fermare tutto questo: chi chiede il rigore, chi invoca misure per la crescita, è tutto un vociare senza costrutto.
E’ il lavoro la vera politica che manca, ed è sul lavoro che nessuno riesce a mettere in campo delle ricette che abbiano un senso.”
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Fonte: Reuters – L’Italia sarà in recessione anche nel 2013 in un contesto di massima incertezza i cui sviluppi sono dettati dalla capacità dei Paesi europei di gestire la crisi del debito sovrano e i suoi effetti sui tassi di interesse.
L’ultimo Bollettino economico della Banca d’Italia peggiora di mezzo punto le stime sull’economia del Paese rispetto a gennaio e di circa tre punti percentuali rispetto a un anno fa: il Pil è visto contrarsi del 2% nell’anno in corso e poi ancora di uno 0,2% il prossimo sulla base di uno spread con i titoli tedeschi di 450 punti base.
Sei mesi fa, basandosi su uno spread a 500, la previsione era rispettivamente -1,5% e zero. Un anno fa, ossia nel luglio del 2011, la Banca d’Italia sperava ancora in una crescita di poco oltre l’1% per quest’anno.
La disoccupazione dovrebbe portarsi oltre l’11% nel 2013.
La revisione delle stime di crescita, dice Bankitalia, riflette in larga parte un andamento meno favorevole della domanda interna, sia per investimenti sia per consumi, dovuto al deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro e di quello immobiliare, nonché ai bassi livelli raggiunti dagli indici di fiducia negli ultimi mesi e alle condizioni di accesso al credito solo in parte migliorate.
“La fase recessiva si estenderebbe alla seconda parte di quest’anno, ma a ritmi più contenuti rispetto ai primi due trimestri; avrebbe termine all’inizio del 2013. Nel corso del prossimo anno la dinamica del prodotto resterebbe appena positiva per poi riprendere vigore successivamente”, si legge nel Bollettino.
Sulla base delle stime di via Nazionale la produzione industriale nella media del secondo trimestre avrebbe subito un calo congiunturale dell’1,5% e il Pil si sarebbe contratto a un ritmo di poco superiore al mezzo punto percentuale.
L’impatto del terremoto in Emilia Romagna, secondo stime preliminari, sarebbe nell’ordine di un decimo di punto percentuale nel complesso dell’anno.
DA RIFORME BENEFICI IN MEDIO PERIODO
La dinamica dei prezzi continua a risentire delle manovre sulle imposte indirette introdotte dall’estate del 2011 e nel 2013 la dinamica dei prezzi al consumo si porterà all’1,8% dal 3% medio di quest’anno.
L’effetto di tali misure è valutabile per il Servizio Studi della banca centrale in circa un punto percentuale: poco meno della metà è riconducibile all’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva dal 20 al 21% entrato in vigore lo scorso settembre; la parte rimanente riflette gli incrementi delle accise sui carburanti deliberati a più riprese a partire dal luglio 2011.
L’Italia è sempre meno attraente per gli investimenti esteri. Nei primi quattro mesi dell’anno i non residenti hanno ceduto attività italiane, soprattutto titoli a medio-lungo per 47,1 miliardi di euro e hanno drasticamente ridotto gli investimenti a 1,4 miliardi da 5,8.
“L’incertezza che circonda le prospettive di medio termine dell’economia italiana è straordinariamente elevata ed è strettamente connessa con gli sviluppi della crisi del debito sovrano”, dice la Banca d’Italia nel Bollettino trimestrale.
“E’ essenziale dare rapida attuazione alle decisioni prese dal Consiglio europeo del 28 e 29 giugno”, dicono gli economisti di Ignazio Visco che citano l’utilizzo efficiente “degli strumenti di sostegno esistenti per stabilizzare i mercati dei paesi che rispettano gli impegni assunti”.
Per Bankitalia “una pronta realizzazione delle decisioni fin qui prese potrebbe contribuire a riassorbire le tensioni sui mercati finanziando e favorendo la ripresa”.
Il governo Monti deve proseguire sulla strada delle riforme:
“Nell’insieme, i provvedimenti legislativi di liberalizzazione, di stimolo dell’attività economica e di riforma del mercato del lavoro varati negli ultimi mesi hanno introdotto mutamenti di carattere strutturale che incideranno positivamente sulle capacità di crescita della nostra economia, con effetti soprattutto nel medio periodo”, dice il Bollettino.
(Giselda Vagnoni)