Don Panizza non arretra «L’impegno prosegue»
Fonte: Il Corriere della Sera – «È un chiaro messaggio mafioso». Non usa mezzi termini don Giacomo Panizza, il sacerdote anti ‘ndrangheta originario di Pontoglio che dal ’76 opera in Calabria con la comunità «Progetto Sud». La notte di Natale un ordigno è stato fatto esplodere davanti all’ingresso del centro «Luna Rossa» che ospita giovani immigrati, disperati approdati sulla costa calabrese dopo un viaggio di speranza nel Mediterraneo. L’ordigno ha causato solo qualche lieve danno nella struttura di via dei Bizantini 101 ricavata in un immobile confiscato alla cosca Torcasio e fortunatamente non ha ferito nessuna delle persone presenti, ma il messaggio per il sacerdote è fin troppo chiaro. «Hanno aspettato Natale per mandarci un messaggio inequivocabile – commenta don Panizza -: è un messaggio contro la comunità, ma che va allargato anche a tutto il territorio».
Per don Panizza l’esplosione la sera di Natale è il chiaro segnale che il clan della zona è perdente, che si è in presenza di un ribaltamento dei poteri, che qualcuno sta cercando di rimpiazzare chi fino ad ora ha governato quella parte della città di Lamezia Terme. «Qui funziona così – ammette a malincuore don Panizza che della lotta alla ‘ndrangheta ha fatto una ragione di vita – Il clan della zona è diventato perdente, altrimenti nessuno avrebbe osato far saltare dell’esplosivo davanti alla nostra comunità. Si sta affacciando qualcuno di nuovo? Chi sia non è ancora possibile saperlo». Per don Panizza è stata scelta la comunità non solo per l’attività portata avanti in questi anni, ma perchè «è un simbolo, perchè colpendo noi si dice all’intero territorio che il clan attualmente in carica non è stato in grado di proteggerci».
La bomba della notte di Natale è un chiaro messaggio mafioso, ma don Panizza non ha intenzione di mollare. Non sono sufficienti pochi grammi di esplosivo per convincere il sacerdote bresciano a rinunciare all’attività in cui ha investito gli ultimi trent’anni della sua esistenza. «La nostra attività va portata avanti – prosegue don Panizza -, il nostro impegno non conosce sosta». Non è la prima volta che «Progetto Sud», comunità attiva da più di trent’anni per dare una mano a disabili e tossicodipendenti, è nel mirino delle cosche: due anni fa erano satte manomesse due vetture usate dagli operatori della comunità e solo per un colpo di fortuna era stata evitata una tragedia. qualche tempo dopo la comunità era stata colpita nuovamente: furti e danneggiamenti in una coop legata a «Progetto Sud». Due attacchi che avevano fatto temere anche la vita di don Panizza a cui è stata affidata una scorta. Ora il nuovo attacco. Una bomba che lancia un messaggio chiaro e preciso, ma don Panizza va avanti senza paura nel suo lavoro .