Relazione Dia: ‘ndrangheta nelle opere di viabilità, bonifica ed edilizia – Blog degli Amici di Pino Masciari

Relazione Dia: ‘ndrangheta nelle opere di viabilità, bonifica ed edilizia

Commenti

  1. Piero Idone ha detto:

    Ma perchè vi dobbiano spiegare tutto noi del Sud che ci siamo già passati?! Il vero problema sta nella legge obiettivo sulle grandi opere, varata dall’ex ministro Lunardi (quello che: “con la mafia bisogna convivere”). Il meccanismo delle grandi opere, chiavi in mano, delega al general contractor ogni qualsivoglia iniziativa e responsabilità nella struttura della spesa e progettazione relativa all’opera pubblica (appalti diretti fino a 200.000 euro) e nella gestione degli affidamenti, che potrebbero rigurdare finte imprese italiane (di italiano hanno solo il nome) con manovalanza, che a volte supera il 90%, di operai rumeni, bulgari, portoghesi,ecc… (a seconda della ditta estera che viene inglobata nella ditta italiana, ma a condizioni di spesa e di salario di quei paesi).
    In questo modo si risparmia un casino sull’appalto e (vedi SALERNO-REGGIO CALABRIA o PONTE SULLO STRETTO) tempi e costi possono lievitare a proprio piacimento.
    Ad esempio: al PONTE SULLO STRETTO hanno cominciato a finanziarlo almeno 25 anni fa. Il progetto definitivo passa attualmente da Eurolink a Stretto di Messina, che se lo approvano a vicenda, e nessuno ha ancora potuto presentare controdeduzioni o vederne una copia pubblica e definitiva che consenta di stabilire se quest’opera monumentale da 8 e più miliardi di euro si regge in piedi.
    Gli annunci con scadenze non rispettate ormai non si contano, ognuno di esse, adeguatamente finanziato (specialmente se in periodo elettorale), è immancabilmente svanito nelle profondità dello Stretto di Messina. Tutti sanno che è un’opera inutile e probabilmente irrealizzabile, ma per i meccanismi della legge obiettivo, una volta nominato il contraente generale, bisogna andare avanti, anche a costo di chiedere ai cittadini, attraverso obligazioni garantite dallo Stato (il cosiddetto pseudo-intervento dei privati) di ripagare tutto, anche nel caso che l’opera non si realizzi.
    Infatti il Contraente Generale potrebbe rivalersi sullo Stato per il fatto che gli è stata affidata la progettazione e realizzazione di un’opera che si presenta irrealizzabile per i più svariati motivi: eccesso di costi; improponibilità tecnica del progetto di massima; sopravvenuti studi dal punto di vista geologico o sismo-tettonico (i pilastri dovrebbero essere costruiti sulla faglia 50 che divide la zolla europea da quella africana, con una statistica di terremoti, nel tempo, sempre più potenti, che hanno coinvolto quest’area, mediamente, tra i 100 ed i 150 anni). Insomma, provate a proporre in parlamento l’abrogazione della legge obiettivo e vedrete che qualcuno la difenderà anche a costo di spianare il mitra.
    Senza questa legge non si sarebbero aperte le porte della padania a certe cosche, che ormai dominano i lavori pubblici e le grandi opere in quel territorio. Di eroi padani all’orizzonte, che si oppongono faccia a faccia a certi soggetti, non ne vedo. Forse per questo i martiri delle forze dell’ordine e della magistratura, che a tutt’oggi ci onoriamo di ricordare, sono in gran parte meridionali… (il Ministro Maroni dovrebbe utilizzare di più il potere legislativo che quello comunicativo, anche per non irritare oltre polizia e magistratura che con strumenti da terzo mondo combattono quotidianamente un’agguerrita rete criminale ormai globalizzata e normalizzata in un contesto culturale e politico abulico e televisivamente rincitrullito!!!

    Scusate lo sfogo ma ritengo che sia il miglior modo di ricordare Libero Grassi